Costruire una comunità diocesana unita dove “tutti sono responsabili di tutti”: con questo invito e con il sorriso accogliente e caloroso di un padre, il nuovo Arcivescovo di Ferrara-Comacchio Mons. Gian Carlo Perego ha fatto il suo ingresso in città, lo scorso 3 giugno.
Le parole di Mons. Perego non rappresentano solo una sollecitazione ma un vero e proprio manifesto programmatico: aprirsi alla gioia e alla speranza come categorie che “sollecitano dialogo sociale, pace” e “capacità di non chiudere le decisioni sul presente ma aprirle ad un progetto educativo che renda le persone capaci di una ‘vita buona’”.
Tali principi programmatici non possono che esortarci a riflettere e ad agire con maggiore convinzione e determinazione, da cristiani e con la guida dello Spirito Santo, per la diffusione di messaggi di libertà, di dignità dell’uomo, di speranza e di democrazia.
In una realtà in cui l’egoismo impera e l’egocentrismo dilaga, facendo sì che l’indifferenza ai disagi altrui diventi il più grigio peccato dell’Era contemporanea, occorre riscoprire non soltanto le categorie valoriali del Bene e del Giusto ma, anche, sentimenti di fraternità universale e solidarietà.
Siamo certi che l’illuminata guida del nuovo Pastore della diocesi di Ferrara-Comacchio sarà di grande stimolo per una comunità pronta e desiderosa di “mettersi al servizio”.
Ecco perché, fortemente, crediamo nelle parole di Mons. Perego che, sin da subito, ha voluto avviare con la locale comunità una “relazione di stima e di collaborazione per il bene comune”, affidandoci allo Spirito Santo che con “originalità” ci chiama ad un impegno comunitario, spingendoci a diventare capaci “di missione”, “di andare”, “di parlare altre lingue”, in un’affascinante espressione “mediatori della salvezza”.
Siamo certi che grande sarà la collaborazione anche con le istanze della società civile che, quotidianamente e con abnegazione, in maniera assolutamente volontaristica, si battono per la promozione del rispetto dei diritti umani.
Questa è anche la finalità della Fondazione “Premio Giovanni Grillo”, presieduta dalla sottoscritta, che è pronta ad accogliere l’esortazione di Mons. Perego, e si rende, sin da subito, disponibile a consolidare il suo radicamento nella comunità ferrarese per collaborare attivamente con la Diocesi al fine di realizzare iniziative di utilità sociale volte al bene comune.
Riprendendo le parole del Vicario generale diocesano Mons. Massimo Manservigi, ci sentiamo parte attiva di “una comunità che cresce e si trasforma, consapevole della fatica che comporta il ricominciare sempre” e, al contempo, frementi operai di mettersi al servizio, guidati dallo Spirito che “rende gli anziani capaci di sogni e i giovani aperti alla profezia”.
L’ingresso di Mons. Perego in Ferrara ha alimentato in noi nuovi “sogni e profezie” e, tra questi, la creazione di una comunità ferrarese pronta a valorizzare tanti volti, molte lingue, diverse culture: tanti fratelli uniti da un solo Amore universale e guidati da un solo paziente, saggio e benevolo Pastore. E’ lui che, nell’editoriale “Le tre porte” pubblicato sulla scorsa edizione de La Voce, rappresentando l’impegno sociale e politico come “luogo per un nuovo servizio all’uomo nel lavoro, nell’economia, nella finanza e nella cultura”, ci sollecita a volgere lo sguardo anche ad Oriente come forma di “apertura al mondo e al dialogo ecumenico e interreligioso”, ricordandoci, per usare le parole di Mons. Zuppi, “che in questa vita siamo tutti migranti verso la patria del Cielo”.
Ecco perché l’affettuoso striscione “Caro vescovo Gian Carlo Welcome to Emilia Romagna”, realizzato da un gruppo di una quarantina di rifugiati, richiedenti asilo e migranti dalle diocesi limitrofe, così come l’emozionante canto delle ragazze nigeriane arrivate sui barconi, non hanno potuto che rendere più dolce, sentito e promettente il “benvenuto multietnico” riservato a Mons. Perego.
“Non esiste Pentecoste nell’individualismo, nell’egoismo, nella chiusura – ha ricordato lo stesso Arcivescovo nella sua omelia – Nello Spirito che genera fraternità, cresce anche l’uguaglianza, il rispetto, qualunque sia la condizione sociale o il credo religioso”: nel porgergli il nostro più caro benvenuto non possiamo che fare tesoro del suo profondo pensiero e scendere con gioia in campo al suo fianco per varcare le “tre porte” e “costruire un cammino insieme ai giovani”, al fine di perseguire la tanto desiderata e amorevole “rivoluzione cristiana”, capace di coinvolgere tutti “anche chi è lontano e guarda altrove per trovare le ragioni della propria vita”.
Michelina Grillo
Presidente “Fondazione Premio Giovanni Grillo”